Romano Romanelli

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Biografia breve di Romano Romanelli

Romano Romanelli (Firenze 1882 - 1968) è stato uno scultore italiano del XIX e XX secolo. Figlio e nipote di scultori, Romano Romanelli nacque a Firenze nel 1882. Appena diciottenne entrò in Marina e compì lunghi viaggi dall'Africa all'Estremo Oriente. Tornato a Firenze decise di frquentare lo studio dello scultore Domenico Trentacoste. All'Esposizione Univenrsale di Roma del 1911 presentò il gruppo di Ercole e il leone (1906-1910), opera emblematica della sua partecipazione al clima vitalisticoe bellicoso del nazionalismo fiorentino di Enrico Corradini caratterizzata da una volontà classica di definizione della forma. Nello stesso anno si recò a Parigi dove conobbe Rodir e il suo entourage, ma dovette tornare sotto le armi in occasione del conflitto italo-turco, e solo dal 1913 si interessò agli sviluppi dell'arte francese contemporanea. In particolare fu attratto dal sintetismo elegante di Maurice Denis e dalla forza plastica della scultura di Bourdelle (il bacio, la statua e la testa per il Risveglio di Brunilde). Nel 1914 espose alla secon da mostra della Secessione romana, ma con lo scoppio della guerra fu nuovamente in prima linea. Le opere di questi anni e di queli immediatamente successivi (come le quattro Medaglie di guerra, del 1914, Miss Dorotby Hayter, del 1917, Eva, del 1918-1919, o la Pietà, del 1924, per il concorso del Monumento alla Madre in Santa Croce) confermano tuttavia l'interesse di Romanelli per la cultura varia e cosmopolita del post-impressionismo, che stimolò la sua curiosità nei confronti dell'arte di luoghi e tenmpi diversi, ma "classica" per l'intento di definizione e strutturazione della forma (l'arcaismo greco, l'Estremo Oriente, gli Etruschi, il Gotico nordico, ad esempio). Lo stile robusto e sintetico dei pieni anni Venti ebbe esiti piacevolmente decorativi (Diana, del 1925-1926, la Fontana dell'Acqua Regina, del 1923- 1927), e incontrò il favore ufficiale (bassorilievo di Romolo che traccia il solco, realizzato fra il 1925 e il 1932 e collocato da Marcello Piacentini nel proprio Palazzo delle Corporazioní). Romanelli prese parte con successo alla prima e seconda mostra del Novecento italiano e nel 1930 fu nominato Accademico d'Italia. Carattere ribelle, tuttavia, aderi alle polemiche del "Selvaggio" di Maccarie allo spiritualismo acceso degli amici Domenico Giuliotti e Giovanni Papini, né esitò a mettere in discussione le certezze acquisite. Accanto a Bourdelle e Maillol (la Gotica, del 1927, l'Erma all' Italia Mater, Gianoe la vergine, eseguite fra il 1929 e il 1933), furono gli Etruschi e Michelangelo, Rodin e Charles Despiau i punti di riferimento della sua ulteriore ricerca espressiva, volta al superamento del linguaggio stilizzato del secondo decennio in favaore di un più partecipato e commosso rapporto con il "reale" (i Ritratti di Giuliotti e Papini, del 1927-1929, il Pugile ferito, del 1929-1931, il Cristo per il Monumento a Cadorna di Pallanza, del 1930, il Ritratto del duca d'Aosta, del 1932). Partecipò alle Biennali di Venezia dal 1926 al 1934 e nel 1942. Ebbe una personale alla prima Quadriennale d'Arte Nazionale di Roma nel 1931 e fu presente a quelle del 1935 e del 1939. Nel secondo dopoguerra si allontanò dalla scultura, ma insegnò presso l'Accademia di Belle Arti di Firenze fino al 1953. Morì nel 1968.

FONTE: Scultura italiana del primo Novecento

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